La condanna a Fabio Tuiach dimostra che no, non si può dire qualsiasi cosa ci passi per la mente. Non è tutto “opinione”.
Ci sono le opinioni, ci sono le diffamazioni e ci sono i discorsi di odio.
Ma i discorsi di odio, in Italia, non sono ancora riconosciuti e condannati come tali. Non quelli contro le persone LGBT+, le donne e le persone disabili.
Quindi chi li pronuncia viene condannato come se fosse una diffamazione comune.
Non lo è.
Alimentare l’odio verso le persone per ciò che sono deve avere un’aggravante specifica.
Ci abbiamo provato nella scorsa legislatura con il ddl contro l’#omolesbobitransfobia e come Sinistra Italiana ci riproveremo ancora fino a quando non otterremo una legge giusta e che non lasci indietro nessun*.
Grazie a I sentinelli di Milano per avere condotto questa battaglia accanto ad Antonio e avere dimostrato che se insultano un* insultano tutt*.